“La vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai quello che ti capita!”
(Forrest Gump).
La questione Presidente/comunicatore è stata accolta con clamore e sbigottimento.
Taluni sono rimasti delusi, altri si sono sentiti traditi, altri ancora – quasi, quasi- se lo aspettavano.
Ritengo che (come da suo obbligo istituzionale), il Consigliere Segretario dell’Ordine degli Avvocati debba provvedere alla immediata trasmissione degli atti (con particolare riguardo al verbale della Assemblea del 28.06.2012) agli Organi preposti per la valutazione delle eventuali responsabilità erariali, penali, ed amministrative: ciò non sta – ingiustificatamente- accadendo, pur se i rapporti preesistenti (di tipo economico, in quanto consacrati in un contratto sociale) tra Presidente e Comunicatore (nella fattispecie, Avv. Mauro Vaglio e Dott. Mauro Milita), sono certi nella loro essenza.
Pongo, però, alcune domande:
1) Secondo quali criteri il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma ha sottoscritto un contratto “di consulenza” avente come parti l’Organo istituzionale da lui presieduto, e tal Mauro Milita che è socio in affari del medesimo Mauro Vaglio?
2) Se è da ritenere “giustificativa” la risposta data dal medesimo Vaglio in Assemblea (risultando, invece, pretestuosa), per quale motivo la Sede della Soc. Skyclic s.r.l. (Milita/Vaglio) è presso la abitazione privata del medesimo Vaglio, in Roma alla Via Costantino n 10?
3) Risulta esistere altra Società, riferibile a tal Mauro Milita, Dynamic Solution alla quale fu affidata la gestione del voto elettronico: perché quel contratto ha ricevuto la revoca solo dopo la comunicazione del Consigliere Antonio Conte che contestava un legame tra il Presidente Vaglio e Mauro Milita?
4) Perché il Presidente Vaglio, con evidenti interessi con la persona di Milita, non si è astenuto –come suo dovere- durante la adunanza che ha deliberato il contratto di consulenza?
Da Avvocato Normale sono disgustata: il mio personale pensiero è che si tratti di questione immorale.
Non basteranno timide risposte, volte ad “intortare” e/o a far cadere la
questione nel “dimenticatoio”: si andrà avanti a chiedere, chiedere, chiedere sinchè risposte non arriveranno.
Perchè colui che si è eretto quale difensore degli onesti e dei deboli, che è a capo di un Organo disciplinare, che ha dichiarato di essere l’unico in grado di “salvare l’Avvocatura dal baratro” dovrà CHIARIRE perchè – quale primo atto del Consiglio da lui presieduto- ha concluso un contratto con il suo socio!
… Forse, da tutta questa vicenda, si capiranno – una volta per tutte – i motivi per i quali, nel Febbraio 2010, decisi di allontanarmi da un certo “schieramento” per avvicinarmi ad un altro, composto di persone che parlano poco e non promettono: ma mantengono la parola data!